test Formazione Outdoor - ileadership
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I nostri progetti

FORMAZIONE OUTDOOR

L’obiettivo della Formazione Outdoor è di far vivere ai partecipanti un’attività sensoriale ed emotiva molto intensa per farli sentire parte integrante di un unico e grande team aziendale. E’ una formula che, in poche ore, sorprende per la sua capacità di accorciare le distanze, di rafforzare la relazione, di dare carica ed energia e, infine, di far divertire insieme colleghi e dirigenti.

Abbiamo sperimentato la Formazione Esperienziale Outdoor su gruppi di ogni nazionalità, età, sesso, posizione professionale. Ritmo intenso, numerose attività molto diverse tra loro, massima interazione con gli altri e comunicazione sono gli ingredienti fondamentali di questa proposta.

La data della nascita ufficiale dell’Outdoor Training può essere fissata nel 1941, quando il pedagogista tedesco Kurt Hahn, insieme all’armatore inglese Lawrence Holt (presidente della Blue Tunnel Line), ha fondato la scuola ad Aberdovey, nel Galles. La scuola di formazione accelerata del carattere, come era stata inizialmente denominata, incentrava le sue lezioni sulle operazioni di salvataggio in mare e si rivolgeva ai giovani dell’aristocrazia inglese. Lo scopo era quello di permettere ai ragazzi, poco più che adolescenti, di sviluppare un carattere forte ed eticamente corretto. Oggi diremmo che si volesse trasformarli in ottimi leader. “Outward Bound” era l’abbreviazione del motto della scuola: “Esci al largo, fuori dalle acque sicure ma stagnanti del porto”, ma presto divenne il nome con cui la scuola e i suoi corsi erano conosciuti ovunque.

Attività di problem solving

I partecipanti alle nostre attività Outdoor di Formazione Esperienziale devono raggiungere un obiettivo o trovare la soluzione a un problema, rispettando alcune regole ben precise; superare gli ostacoli, cimentarsi in una sfida con se stessi e con gli altri; affrettarsi in una corsa contro il tempo, usando la creatività e le infinite risorse di cui un team è portatore, spesso inconsapevole.

Le attività di problem solving da noi concepite prevedono un briefing iniziale e una situazione un cui ci sia:

  • un obiettivo da raggiungere o un problema da risolvere
  • risorse limitate
  • una scadenza temporale.

Questo per simulare e osservare in un contesto neutro le dinamiche personali e relazionali, decisionali e di implementazione, rispetto a una qualsiasi attività da svolgere.

Alla fine dell’attività segue un debriefing che ha il ruolo, fondamentale, di chiarire ai partecipanti quanto è accaduto nel corso dell’attività, osservando quali loro atteggiamenti si siano rivelati “vantaggiosi” e quelli “svantaggiosi” per il loro team. Le domande poste nel debriefing si basano sull’osservazione di quanto accaduto durante le attività e mirano a far riflettere sulle proprie modalità di agire, per incrementare l’impegno e la dedizione personale negli interessi dell’azienda.

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